Il vino c’è, è di quelli importanti, corposi e soprattutto viene dalla mia Umbria. Osservando questo vino rosso mi torna in mente una ricetta veloce veloce, ma di gran successo che mi hanno raccontato poche settimane fa e che mi ero ripromessa di provare a fare: Linguine al vino rosso.
Ecco la ricetta, breve breve così come il tempo che richiede.
Grazie Elenia per la splendida idea.
LA RICETTA
Ingredienti per 2 persone:
160 gr di pasta lunga tipo Linguine
2 bicchieri di vino rosso Rosso di Montefalco
1 scalogno
2 cucchiaini di fecola di patate
1/2 stecca di cannella
1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere
Tempi:
Preparazione e cottura: 10′ (preparo il condimento mentre cuoce la pasta)
Procedimento:
Mentre cuocete la pasta tritate lo scalogno e fatelo soffriggere in una padella. Aggiungete poco alla volta il vino, la cannella, la fecola di patate sciolta in una tazzina di acqua ed infine spolverate la noce moscata. Scolate la pasta un minuto prima del tempo di cottura indicato nella confezione e saltatela nella padella giusto il tempo di far ubriacare le vostre linguine! Impiattate, fate un bel brindisi con il vino che vi rimane e… buon appetito!!!
I resti di Salona sono disseminati in una vasta area alla periferia di Spalato. Scarsamente pubblicizzate e non segnalate chiaramente, le rovine sorgono all’interno di quella che oggi è una ampia zona industriale, ciononostante il complesso è assolutamente sorprendente e vale sicuramente una deviazione ed una visita.
La civiltà Romana ha lasciato tracce sorprendenti un po’ in tutta Europa (e anche altrove). Penso al teatro romano di Arles, al vallo di Adriano nel Regno Unito o all’acquedotto di Segovia in Spagna… Eppure ci sono delle nazioni in cui tali resti raramente vengono sfruttati dal turismo e valorizzati. La Croazia sembra essere proprio una di queste nazioni e infatti Salona, che sotto l’Impero romano fu la capitale della regione della Dalmazia, dando anche i natali all’imperatore Diocleziano, versa oggi in uno stato di quasi abbandono, costretta tra grossi impianti industriali ed un’area che ha ben poco di pittoresco e gradevole. La situazione ci ricorda molto quella dell’antica città di Gortyna, che abbiamo visitato a Creta: una città immensa nascosta fra olivi e campi dove oggi pascolano capre e non orde di turisti come ci si potrebbe aspettare.
Per visitare le rovine di Salona considerate almeno un paio d’ore e salvatevi la posizione del parcheggio, altrimenti non segnalato. Nella vostra visita avrete modo di osservare i resti del foro, delle terme, dell’anfiteatro e di vari altri edifici pubblici…. insomma una Signora città che ai tempi dell’imperatore contava oltre 60.000 abitanti, che ebbe sempre notevole vigore per gli scambi commerciali (fra il Sud ed il Nord dell’Adriatico e fra il mare e l’interno) e che fu intermediaria alla diffusione della cultura fra il mondo ellenistico e il mondo occidentale.
La struttura che sicuramente più di tutte cattura l’attenzione del visitatore è quella del Tusculum, edificio costruito nel 1898 dall’archeologo Frane Bulic come base per lavorare sul sito. Si tratta infatti di una curiosa abitazione costruita con rovine e bassorilievi rinvenuti sul luogo degli scavi: circondata da un giardino invaso da rose e rampicanti ospita un piccolo museo, vi si paga il biglietto di accesso al sito (10 kune) ed è l’unico posto dove sia possibile recuperare una cartina dell’antica città (non ne troverete neanche online). Visitare tutto è praticamente impossibile, ma non si può lasciare Salona senza aver dato almeno uno sguardo al grande anfiteatro del II secolo che occupa la parte orientale del sito.
Lasciamo Salona con un po’ di amaro in bocca per la situazione in cui attualmente versano i resti di questa grande città, ma comunque soddisfatti per la deviazione e le foto scattate. Se passate da questo angolo d’Adriatico, mettetela nella lista delle mete: ne vale comunque la pena.
Spalato è uno dei principali centri economici e culturali di tutta la Croazia ed Il Palazzo di Diocleziano è il nucleo più antico della città.
Raggiungiamo il Palazzo dal mare, parcheggiando in Šetalište Ivana Meštrovića, un’isola felice non a pagamento (Spalato infatti è una vera e propria città, con brutture di cemento, traffico e strisce blu). Si tratta della messa in pratica di un prezioso consiglio ricevuto dai nostri padroni di casa che ci permette inoltre di fare una piacevole passeggiata lungo Obala kneza Branimira, il lungomare appena rinnovato che si estende sotto il Monte Marjan con modernissimi caffè e ristoranti e decine e decine di barche a vela e lussuosissimi yacht.
Prima di incontrare il Palazzo attraversiamo alcune pittoresche stradine del quartiere di Veli Varoš che sembra abbarbicarsi su per il Monte Marjan in un intricato labirinto di erti vicoli. Raggiungiamo il Palazzo senza avere bene in mente quello che avremmo trovato.
La storia del Palazzo è infatti particolarissima: il complesso è un immenso quadrilatero rimodellato da oltre 17 secoli di storia. Venne costruito tra il 293 ed il 305 d.C. come dimora fortificata dell’imperatore Diocleziano nei pressi della ricca città romana di Solin, Salona. Nei secoli successivi, gli abitanti di quest’ultima, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura: gli appartamenti imperiali vennero trasformati in abitazioni, i templi ed il mausoleo in chiese. I secoli successivi vedono il susseguirsi delle dominazioni di Costantinopoli, dei re ungaro-croati ed infine quella veneziana ed il risultato è una suggestiva stratificazione di testimonianze storiche e culturali. L’impressione che ne abbiamo è quasi quella di essere di fronte ad un’opera d’arte surrealista con capitelli romani, colonne ed antichi marmi che la storia ha ricomposto nel tempo a formare nuove soluzioni architettoniche: terrazzi, scalinate, sedute. Entriamo nel Palazzo da uno degli stretti vicoli che partono dalla Riva e subito siamo avvolti da un’atmosfera fuori da ogni tempo. Per gli stretti vicoli incrociamo nugoli di studenti e turisti con la palpabile unica missione di perdersi tra le fresche strade costruite interamente con la bianca pietra di Brac. Distinguiamo con chiarezza il cardo maximus (l’asse nord-sud) ed il decumanus (l’asse est-ovest) che si incrociano all’altezza del Peristilio, centro nevralgico della città palatina cinto su tre lati da un colonnato ad archi. In epoca romana questo era lo spazio dedicato al culto dell’imperatore divinizzato, oggi ospita un elegante caffè, l’accesso ai sotterranei e la maggior parte delle manifestazioni che vengono organizzate ogni giorno per turisti e cittadini. Oltre al Peristilio sono numerosissime le attrazioni da visitare: i Podrumi (le sale sotterranee del palazzo anticamente usate come magazzini), la Cattedrale di San Doimo (costruita inglobando il mausoleo di Diocleziano), il battistero di San Giovanni (costruito sul tempio di Giove), il palazzo di Papalic (sede del museo civico) e la celebre Porta Aurea, la più decorata di tutto il palazzo, aperta sulla strada diretta a Salona. Ma il Palazzo non è solo fatto di monumenti da visitare ed edifici da fotografare. Le sue stradine nascondono un’infinità di eleganti ristoranti, boutique con prodotti artigianali e numerosissimi cocktail bar. Per questi ultimi le zone di riferimento sono sicuramente quelle di via Majstora Jurja, nel Nord del Palazzo, ed il vicolo Buviniva, a Sud Est, con i suoi piccoli localini che invadono il lastricato bianco con pouf e tavolini bassi: qui l’atmosfera è veramente fantastica ed i prezzi comunque sempre più che abbordabili. Godersi le ultime ore di luce in questi angoli animati è un’esperienza unica.
Abbandoniamo il Palazzo che ormai è notte inoltrata e decidiamo di fermarci per cena in un piccolo ristorantino che abbiamo notato scendendo una delle stradine del quartiere medioevale di Veli Varoš, il Fife: rustico e informale ci ha stupito per le porzioni spropositatamente abbondanti ed il conto a fine serata decisamente molto basso (non sarà il miglior ristorante in città ma alla fine non riteniamo di aver mangiato male ed il personale è stato molto cortese ed accogliente – caratteristica non proprio diffusa in Croazia…).
Seconda città croata per estensione, Spalato sorge su di una penisola densamente abitata a Nord di Makarska. Nelle sue vicinanze vi sono i resti dell’antica città romana di Salona ed il venezianissimo borgo medioevale di Traù.
Lasciando Makarska e proseguendo verso Nord lungo la Magistrala costeggerete molte delle più rinomate località della Riviera come Brela e Baska Voda. Il panorama rimane sorprendente e l’acqua estremamente limpida fino al piccolo e suggestivo Porto di Omiš, ex rifugio di pirati che sorge alla foce del fiume Cetina. A Nord di Omiš l’ambiente si fa sempre più urbanizzato di kilometro in kilometro e il mare sempre più… “Adriatico”. Con questo non vogliamo scoraggiarvi: incontrerete lidi insigniti della bandiera blu anche nei pressi di Spalato, ma dovrete scordarvi le trasparenze di Makarska e del Sud.
Non ci preoccupiamo perché l’obbiettivo di questa nostra ultima tappa è la visita a tre località che rendono tangibile quanto anche quest’angolo di Adriatico sia segnato da secoli e secoli di storia (peraltro legata a stretto filo con la nostra).
Decidiamo di soggiornare alla periferia meridionale di Spalato per restare vicini alle spiagge e concederci almeno un paio d’ore di relax, ma anche per non avere problemi con l’auto: parte del centro della città ed il Palazzo sono chiusi al traffico ed i parcheggi sono a pagamento quasi ovunque. Se non siete auto o moto-muniti sicuramente l’opzione migliore è invece quella di optare per uno dei numerosi alberghi o sobe che troverete in città, magari in prossimità del Palazzo o del pittoresco quartiere di Veli Varoš. Vi lascio alla consueta Wishlist per tentarvi un po’, ma non perdetevi:
La Riviera di Makarska è l’equivalente croato della Costa Azzurra francese o la Costa Brava in Spagna. Una ventina (da Brela a Nord Ovest fino a Gradac a Sud Est) sono i porticcioli disseminati lungo questo tratto di circa 60 chilometri di costa caratterizzato da uno scenario grandioso: la catena montuosa del Biokovo, ricoperta da fitte pinete, si tuffa in un mare limpido, regalando grandi spiagge di ciottoli. Proprio come per le sopracitate cugine francesi e spagnole, uno degli aspetti caratterizzanti di queste località sono le notti scatenate, i locali alla moda e le eleganti passeggiate lungomare: discoteche, caffè, yacht, feste… di una cosa potete stare certi: qui non sentirete la mancanza di una movida evoluta e raffinata e ciò nonostante non dovrete rinunciare ad un mare più che cristallino.
La cittadina di Makarska non si limita a dare il nome alla Riviera, ma ne è ovviamente la regina indiscussa: situata a metà strada tra il porto più settentrionale e quello più meridionale, è la base di partenza ideale per spostarsi nelle varie località e offre di gran lunga il maggior numero di strutture ricettive, ristoranti, servizi ed attrazioni varie. Anche in altissima stagione, quando avrete la sensazione che qui si sia riversata l’intera popolazione dell’Europa orientale, troverete affittacamere disposti ad offrirvi soluzioni più che dignitose a prezzi ragionevoli. Con una scena che ci ricorda un po’ l’atmosfera delle isole dell’Egeo, vi basterà entrare in città (in queste lo avreste fatto dal mare con un traghetto, qui lo farete probabilmente in auto attraverso la Magistrala) per essere accolti da sorridenti personaggi del luogo con vivaci cartelli indicanti SOBE (appunto, camere in affitto).
Il centro di Makarska si articola intorno ai giardini di Piazza Kacicev, il Lungomare Obala kralja Tomislava e la Šetalište Donja Luka (un secondo lungomare a Nord della penisola di Svetog Petar che nel primo tratto è circondato da mercatini e negozi e poi conduce fino alle spiagge della città) con un cuore antico di palazzine costruite con la tipica pietra bianca, i tetti rossi, i campanili delle chiese che svettano con le loro guglie ed una piacevolissima passeggiata lungomare ombreggiata da alte palme. Subito oltre la parte più antica trovano spazio una serie di architetture moderne non sempre felicissime: immensi hotel, strutture sportive e grossi supermercati, ma per fortuna il Biokovo che incombe subito dietro la costa ha fatto in modo di limitare almeno in parte i danni. Tutto sommato l’atmosfera ci è sembrata piacevole, animata ma alla fine non caotica. La piccola baia su cui sorge il porticciolo è chiusa alle due estremità da due penisole (quella già citata dello Svetog Petar e quella dell’Osejava) che sono comunque rimaste completamente naturali e ricoperte da pinete rigogliose che arrivano praticamente in acqua.
Come arrivare
Makarska si trova lungo la Magistrala, l’arteria che collega Dubrovnik a Split. Venendo da Dubrovnik dovrete attraversare un piccolo tratto di Serbia per raggiungerla. Noi, venendo dalla penisola di Peljesac, abbiamo optato invece per il traghetto: da Trpanj abbiamo raggiunto Ploce (45 minuti d’auto a Sud di Makarska) in circa un’ora spendendo l’equivalente di 20 euro per 2 passeggeri ed un auto a seguito. La strada è bella e panoramica, ma anche molto trafficata. Armatevi di pazienza e tenete la fotocamera a portata di mano.
Le spiagge
Lungo la riviera troverete alcune delle spiagge considerate le più belle della Croazia (e quindi dell’Adriatico). Molto popolari, oltre a quelle di Makarska, sono quelle di Brela e Baska Voda. Ovunque andiate, mettete in conto di dover condividere la spiaggia con un copiosissimo numero di altri bagnanti. In alcune località è addirittura un’impresa trovare un parcheggio per poter raggiungere il mare. Decisamente NON è la nostra situazione preferita, ma dobbiamo ammettere che l’ambiente è veramente bello ed il contrasto di colori (il blu intenso del mare che diventa profondo già a pochi passi da riva, il verde della vegetazione ed il bianco a volte accecante dei ciottoli) lascia senza parole.
Consapevoli che non avremmo trovato facilmente situazioni di tranquillità e lidi deserti, ci eravamo un po’ documentati e individuato delle spiagge che volevamo vedere: Vrulja Bay e la spiaggia di Nugal. Entrambe sono difficilmente accessibili da terra e pertanto ancora molto poco frequentate, senza strutture e con un aspetto completamente incontaminato. Purtroppo la prima non è più accessibile da terra a causa di una frana, ma la seconda si è dimostrata all’altezza delle aspettative e molto meno difficile da raggiungere di quanto temessimo: è bastato parcheggiare dietro un autolavaggio e lì abbiamo trovato un pratico sentiero che in 20 minuti ci ha portato alla baia. L’acqua diventa subito profonda ed è ricchissima di pesci e per trovare un po’ d’ombra basta fare tre passi indietro e si è in pineta.
Dove dormire
Tutta la riviera è piena di alberghi, pensioni e sobe per tutte le tasche e i gusti. Noi abbiamo pernottato al Villa Makarana che si trova nel quartiere di Bidol, ma comunque a 10 minuti a piedi dal lungomare. Anche per questa località, mi sono divertito a selezionare una short list di opzioni di alloggio: le trovate tutte in questa Wishlist! Buona lettura e …buon viaggio!
Di ritorno dalla #Blogfest, LUI, quello che si occupa di viaggi, aprendo la valigia trova un sacchettino pieno di Fiesta ed esclama un po’ irritato:
“e questo cos’è???”
…ed io, cioè LEI, quella che sta davanti ai fornelli e solitamente lascia il lavello pieno di stoviglie da lavare, timidamente esclamo:
“le regalavano.. .sono quelle nuove al caffè… le volevo solo assaggiare”
(ndr. ci siamo dimenticati di dire che LEI è molto golosa).
Pessima idea nascondere il bottino in valigia, è stato scoperto lo stesso e le Fiesta si sono tutte schiacciate…e ora? Di buttarle non se ne parla proprio, ma in queste condizioni non sono più mangiabili e pensando e ripensando mi è tornata in mente una ricetta di Giallo Zafferano su come riciclare il panettone: MUFFINS!
Ecco la soluzione: posso usare le mie merendine come base per l’impasto.
8 gr di lievito istantaneo (1/2 cartina paneangeli)
1/2 bicchiere di latte
Tempo:
preparazione: 12′
cottura: 25′
Procedimento:
Per prima cosa accedete il forno a 160° C e cominciate a preparare gli ingredienti che vi serviranno. Iniziate dal burro che va fatto sciogliere in un pentolino, meglio se a bagno maria, e lasciato intiepidire prima dell’utilizzo. Tagliate la Fiesta in piccoli quadretti. In una terrina setacciate la farina e il lievito, in un’altra sbattete energeticamente l’uovo fino ad ottenere un composto spumoso al quale andrete ad aggiungere lo zucchero e poi alternativamente la farina e il burro mescolando con cura fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. Infine aggiungete i pezzetti di fiesta e il latte.
Imburrate ed infarinate gli stampi per muffin o se preferite utilizzate dei pirottini in carta oleata. Aiutandovi con un cucchiaio riempite metà di ogni stampo e mettete in forno ventilato a 160° C per 25 minuti. Per verificare la cottura utilizzate il classico metodo dello stecchino: infilatene uno nel muffin, se esce asciutto la cottura è ultimata e potete spegnere il forno. Lasciate riposare i muffins per 5 minuti tenendo chiuso il forno e altri 5 a sportello aperto. Togliete i muffins dal forno e una volta tiepidi sfilateli dagli stampi e lasciateli riposare, se possibile sopra una griglia.
Ottimi per la colazione si conservano fino a 4 giorni in una scatola di latta oppure, visto che è un peccato coprirli, potete usare una campana di vetro… io le adoro…
Detta anche Crescia a Gubbio o Pizza nel ternano, la torta al testo è una delle ricette più antiche e popolari della tradizione umbra. Prende il nome proprio dal Testo in cui la si cucina, un disco di dimensioni variabili originariamente in pietra e oggi molto più diffuso nella sua versione in ghisa utilizzabile anche sopra un normale fornello a gas. Non preoccupatevi però: se non lo avete potrete usare anche una padella antiaderente.
Una ricetta “ufficiale” non esiste, ogni famiglia ha la sua che si tramanda di generazione in generazione. Originariamente era un impasto di sola acqua e farina e si presume che solo a partire dagli anni ’60 si sia cominciato ad utilizzare bicarbonato o idrolitina per farla crescere un po’.
Mia nonna aggiunge le uova, il parmigiano e il pecorino perché dice che viene più saporita, mia mamma invece preferisce la semplicità. Dopo vari tentativi anch’io ho trovato la formula perfetta per la mia torta al testo e voglio che sia la prima ricetta da condividere con voi…
Impastate energicamente tutti gli ingredienti aggiungendo l’acqua un po’ alla volta fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo che lascerete riposare per almeno 30’.
Stendete l’impasto con il mattarello fino a formare un disco alto poco più di 1 cm e lasciatelo riposare altri 5’. Scaldate nel frattempo il testo sul fuoco (la temperatura giusta si raggiunge quando mettendo un pizzico di farina questa si colora appena senza diventare bruna). Adagiate quindi l’impasto sul testo caldo, bucherellate con una forchetta e lasciate cuocere la torta per circa 20’ facendo attenzione a girarla spesso. La vostra torta adesso è pronta per essere farcita.
Servitela ancora calda, dividetela in spicchi e tagliatela nel senso della lunghezza per poterla farcire come più vi piace. La torta più classica è sicuramente quella con il prosciutto (rigorosamente crudo) e la più golosa quella con erba e salsicce, ma anche la stracchino e rucola riscuote un discreto successo. Se siete vegani vi suggerisco di provarla con le melanzane grigliate condite con tanto olio o – come ho fatto io – con un buon pesto alla menta.
Per la farcitura potete dare libero sfogo alla vostra fantasia, ma potete anche decidere di servirla al posto del pane per accompagnare piatti a base di carne come spezzatini e grigliate.
Anche se ancora non esplosa da un punto di vista turistico, la penisola offre varie possibilità di alloggio e numerosi ristoranti in tutte le principali località della costa. Sono pochi gli alberghi e le infrastrutture, ma vi sono vari campeggi e moltissime sobe. A Potomie infine non mancate di soddisfare il vostro palato con una degustazione di vini in una delle numerose cantine.
DOVE DORMIRE
Praticamente tutte le località della costa contano un buon numero di sobe. Le riconoscerete subito perché tutte ben segnalate da cartelli, spesso anche con la traduzione in altre lingue (Sobe/Zimmer/Camere). La zona di Orebic è con molta probabilità quella che presenta la maggiore offerta, ma vi sono abbondanti soluzioni anche nelle località di Trpanj, Zuljana e Trstenik. Per la scelta dell’alloggio, noi ci siamo affidati principalmente ad airbnb ebooking.com e prenotato infine a Trpanj che fornisce una comodissima base di partenza per visitare la parte occidentale della penisola ed inoltre è collegata direttamente alla terraferma grazie ad un servizio di traghetti (in 1 ora di traversata consente di arrivare a Ploce, circa 1 ora a sud di Makarska). Abbiamo soggiornato agli Apartments Senko: piccoli e spartani, ma molto puliti, caratteristici e con un rapporto qualità/prezzo imbattibile (tariffa di alta stagione da 30 € a notte… in 2).
Casa da sogno o compromesso col portafoglio? Qualsiasi siano le tue esigenze, puoi iniziare a prendere qualche spunto dalla nostra wishlist: buona consultazione!
DOVE MANGIARE
Anche per quanto riguarda la ristorazione, la penisola ha ancora ampli margini di sviluppo. Troverete comunque varie Konobe (trattorie) e ristoranti che propongono cucina internazionale. Per cenare fuori mettete in conto una spesa in linea con un ristorante mediamente economico italiano: non aspettate che i piatti vi siano “regalati”, ma riuscirete comunque a mangiare dell’ottimo pesce a dei prezzi decisamente abbordabili. Considerate che in media le porzioni sono comunque molto abbondanti. Tenetelo presente al momento dell’ordinazione così da serbarvi lo spazio per tutte le portate che vorrete provare. Siamo rimasti piacevolmente soddisfatti in almeno due occasioni: a Trpanj mangiando nella Konoba Stari Ribar e a Mali Ston mangiando da Kapetanova kuca. Potete seguire i nostri consigli o farvi guidare dal vostro istinto: crediamo che sia una delle migliori fonti per basare le proprie scelte (quantomeno, se dovessero risultare infelici, saprete benissimo con chi prendervela….). Ovunque decidiate di fermarvi, vi consigliamo di non lasciare la penisola prima di aver provato i frutti di mare degli allevamenti di Mali Ston (ostriche, cappesante, cozze, vongole… ce n’è per tutti i gusti) e qualche bicchiere di ottimo vino rosso, il Dingac, nell’omonima regione.
La penisola di Peljesac (o Sabbioncello) si estende da sud est a nord ovest pochi chilometri sopra Dubrovnik. Si tratta di una regione ancora non intaccata dal turismo di massa. Una strada la percorre tutta con varie diramazioni che portano ai principali centri costieri: Mali Ston e Ston (Stagno), Prapratno, Zuljana, Trstenik, Trpanj, Orebic (Sabbiocello) e Loviste.
La costa Nord si affaccia sul mare piccolo e guarda verso la riviera di Makarska e la parte orientale dell’isola di Hvar. Le sue acque sono particolarmente calme e leggermente più calde. Nella parte più vicina all’attacco con la terraferma lo scenario si fa più lacustre e si estendono le colture di frutti di mare (cozze e ostriche in particolare). La costa meridionale invece si affaccia sulle isole di Miljet e Korcula (entrambe raggiungibili con traghetti o piccole imbarcazioni). Abbiamo girato varie località e trovato acque cristalline.
A Dubanella zona di Trpanj c’é una lunga spiaggia di ciottoli bianchi e alberi a pochi metri dall’acqua con una bella vista sulla verdissima isola di Hvar (Dimna, un paio di chilometri prima è un’altra baia molto suggestiva chiusa da un isolotto, ma era molto più affollata per via del campeggio che sorge alle sue spalle e abbiamo quindi preferito l’altra spiaggia). Abbiamo trascorso gli altri 2 giorni in 2 diverse calette della baiache si estende tra i villaggi di Trstenik e Zuljana: a nostro gusto questa baia è la più suggestiva in quanto offre una vista sulle isole di Korcula e Miljet e, tra queste, la possibilità di perdere lo sguardo sul mare aperto. Sembra una banalità, ma il gran numero di isole che caratterizza la Croazia fa spesso in modo che lo scenario possa apparire quasi lacustre… beh in questa baia potrete godere di un bellissimo panorama indubbiamente marino. È costellata di spiagge di ciottoli intervallate da scogliere. Le più estese si trovano in prossimità dei villaggi che sorgono alle 2 estremità, mentre lungo la strada di 5 km (asfaltata di recente) che li unisce si nascondono varie calette più piccole. I sentieri per raggiungerle non sono particolarmente impegnativi, ma molto ripidi (una risalita nelle ore più calde potrebbe essere esperienza provante).
Vi avvertiamo: la suddetta strada di 5km ha una vista mozzafiato sulla baia, ma corre a strapiombo lungo la linea della costa e – pur essendo a doppio senso – è poco più larga di una carreggiata standard. Guidate con prudenza e preparatevi ad accostare se incrociate una macchina proveniente dalla direzione opposta alla vostra.
Ammettiamo di aver volutamente evitato le località di Orebic e Prapratno, entrambe con spiagge di sabbia che quindi ci attiravano meno. Abbiamo infine tralasciato Loviste, sulla punta estrema della penisola, località che abbiamo letto essere molto ventosa e quindi privilegiata dagli amanti del Wind surf.
Come anticipato sopra, la penisola permette anche di raggiungere facilmente le isole di Mljet e Korcula. La prima si raggiunge in traghetto da Prapratnoe con piccole imbarcazioni dirette al parco naturale della sua estremità occidentale da Trstenik. Korcula invece si trova proprio di fronte a Orebiced è collegata da frequentissimi traghetti e imbarcazioni varie (in alta stagione fin a 1 ogni ora). Potrete reperire maggiori e più aggiornate informazioni nei vari uffici turistici che sorgono in tutti i principali villaggi. Il personale degli uffici turistici non c’è mai sembrato particolarmente espansivo: le informazioni vanno praticamente estorte, ma risponderanno ad ogni vostra domanda (non aspettatevi però che si lancino in conversazioni spontanee e propositive).
La penisola però non offre solo il mare. Meritano almeno una sosta in uno dei vostri spostamenti le numerosissime cantine di vini. In tutto il territorio si producono n fatti diverse tipologie di vini rossi. La qualità cambia a seconda del versante, dell’altitudine delle vigne e del tipo di suolo. Il vino migliore tra quelli prodotti é sicuramente il Dingac, prodotto nell’omonima minuscola località che sorge allo sbocco di un tunnel che potrete imboccare da Potomie. Il tunnel é scavato nella roccia e – anche questo – poco più largo di una carreggiata, ma ovviamente a doppio senso. Anche solo la vista che si apre all’uscita del tunnel, vale la visita. Considerate che ogni sosta ad una cantina significa almeno 5-6 assaggi di vini a volte anche ad alta gradazione… Munitevi di qualche companatico per assorbire l’alcool… i vini sono molto buoni e una bottiglia di medio-alta qualità vi costerà tra le 100 e le 200 Kuna.
Non stupitevi se l’atmosfera vi ricorda qualcosa di familiare: fino a qualche secolo fa l’Adriatico veniva chiamato Golfo di Venezia ed é proprio questa la città che – anche in questa penisola – ha lasciato più segni della propria influenza a partire dalla toponomastica. Sabbioncello (attuale Orebic) vi stupirà con i magnifici palazzi dove vivevano i capitani di mare e Stagno con la sua cinta muraria, le strade lastricate ed i suoi vicoletti.
Sebbene qualsiasi guida riporta già molte di queste informazioni, pensiamo che possano essere utili per un veloce recap prima della partenza.
MONETA: KUNA MIA NON TI CONOSCO
Dal 1° luglio 2013 la Croazia è parte integrante dell’Unione Europea, ma ancora NON é passata all’euro. La valuta locale si chiama Kuna. Potete richiederne in banca prima di partire (quasi sempre sono da prenotare con qualche giorno d’anticipo), cambiare i vostri euro in uno di numerosi uffici di cambio o – e ci sembra la soluzione più pratica – prelevare con il bancomat appena arrivate. Vi occorrerà subito moneta locale, perché raramente le carte di credito/bancomat vengono accettati per i pagamenti (il circuito più diffuso è quello Visa).
SALUTE: È OK LA TESSERA SANITARIA ITALIANA
Grazie all’ingresso in Europa, non sarà più necessario richiedere il modello E111, ma per ricevere cure mediche, dalle prestazioni a ticket a quelle più urgenti come il ricovero ospedaliero, sarà sufficiente presentare la tessera sanitaria italiana che vale come tessera europea di assicurazione malattia (TEAM).
ENERGIA ELETTRICA: PORTATE DELLE PRESE DOPPIE
Le prese di corrente sono le stesse che usiamo in Italia. Potete evitarvi quindi i vari trasformatori. Potrebbero invece tornarvi utili delle prese doppie perché spesso le camere sono parche di prese di corrente.
SPIAGGE: SAND, PEBBLES O ROCKS?
Vari siti le elencano praticamente tutte. Se vi piacciono gli scogli, questa è la nazione che fa per voi: procuratevi solo delle scarpe adatte e dei materassiniper potervi sdraiare in modo più comodo (la catena croata di negoziAQUA ne vende di bellissimi: potrebbero essere dei fantastici souvenir) e sappiate che spesso l’ingresso in acqua è facilitato da piattaforme e scalette (purtroppo a volte a scapito dell’aspetto incontaminato). Di spiagge di sabbia invece ce ne sono decisamente poche e – sinceramente – NON paragonabili con le belle spiagge italiane delle nostre isole o del nostro meridione… é pur sempre Adriatico: se è quello che cercate, cambiate meta. Bellissime invece, a nostro parere, sono le spiagge di sassi: piccoli o grandi, bianchi o rosa, ce n’è per tutti i gusti e con un’acqua talmente cristallina che stenterete a credere si tratti sempre di Adriatico (anche queste, tra l’altro, giustificano l’acquisto di un bel materassino).
Attenzione: con il termine “spiaggia” o “beach” quasi tutte le guide, i siti (e gli stessi croati) intendono indistintamente ciascuno di questi tre tipi. Chiedete espressamente quindi se si tratta di spiagge di sabbia (sand beach), di sassi (pebble beach) o scogli (rocks) per non restare delusi.
Se volete scartare gli scogli, praticamente tutte le altre spiagge sono raggiungibili con strade asfaltate o in terra battuta. Può essere necessario al massimo un po’ di cammino per raggiungere quelle più tranquille e meno frequentate (spesso le più belle). Rinunciate però, purtroppo, all’idea della caletta deserta. Noi non ne abbiamo trovate. Persino le spiagge naturiste (abbiamo imparato che normalmente si scelgono i luoghi migliori e più incontaminati) sono affollate e quindi (almeno per noi) poco interessanti.
Qualsiasi siano le vostre preferenze, sappiate che in Dalmazia le pinete arrivano praticamente fino a dentro il mare in tutte le spiagge: per un po’ d’ombra non dovrete portarvi dietro un ombrellone: nella maggior parte dei casi vi basterà spostarvi di 2 – 3 metri dalla riva e sarete al fresco di un pino (e vi potrete godere il loro fantastico odore).
GUIDA: IL NAVIGATORE SATELLITARE PUÒ SALVARVI LA VITA
In Dalmazia il gasolio costa meno rispetto all’Italia, ci sono vari traghetti che permettono di saltare dei pezzi di strada (particolarmente utili ad esempio per la visita alla penisola di Peljesac), infine l’auto è l’unica soluzione per visitare le spiagge meno affollate (e pertanto spesso più belle). La strada principale che segue la costa dalmata è la Jadranska Magistrala: offre panorami bellissimi, ma mettete in conto che per via delle curve, dei camper e del fatto che è quasi completamente ad una corsia per senso di marcia, difficilmente riuscirete a superare i 50-60 km orari. Le indicazioni stradali sono chiare sulla Magistrala, ma molto più confuse e lacunose appena ci si allontana (spesso è la stessa ricchissima vegetazione a mangiarsi fondamentali segnalazioni). Vi consigliamo di portarvi dietro un navigatore satellitare: per risparmiare tempo potreste anche già salvarvi le tappe del vostro itinerario (così da verificare prima di partire che tutti gli indirizzi vengano riconosciuti). Per guadagnare spazio, potreste utilizzare il vostro stesso smartphone (non tutti sanno che ad esempio tutti i Nokia Lumia – e vari altri Nokia – sono dotati di ottimi navigatori e danno la possibilità di scaricare gratuitamente le mappe stradali di vari paesi, così da poter utilizzare il navigatore off-line e non spendere in traffico dati).